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SCATENIAMO TEMPESTE MACI PIACE IL SOLE!                    9/12/15

da News

Buongiorno, buonasera, buonsalve a tutti!

Finalmente questa settimana da incubo è finita. Compiti, interrogazioni, collettivi e organizzazione Corteo, tutte cose che stressano la vita - ma chi me l'ha fatto fare ad essere rappresentante d'istituto? - ma, nonostante ciò, la fatica è stata ripagata con il Corteo che, diciamola tutta, è stata una figata! Ed è proprio di questo che voglio parlarvi. Sono veramente soddisfatta del lavoro che ha svolto il Collettivo Anco Marzio, ritirato su quest'anno; i ragazzi che ne fanno parte sono persone fantastiche: in gamba, con tanta voglia di fare, con tanti progetti che piano piano si stanno realizzando. Si collabora per rendere ogni giorno la nostra scuola migliore: il giornalino scolastico, il Dazibao, il progetto di Edoardo - mi permetto di citarlo perché si sta impegnando tantissimo -, il collettivo artistico - ah, a proposito, se non mi mandate le foto qua il progetto non partirà mai! - il collettivo musicale e tante altre cose che ancora sono in cantiere. Queste cose tuttequantebelle mi sono state confermate, però, con l'organizzazione del corteo, quando davvero c'era bisogno di tirare fuori le cosìdette: fare striscioni, editare cori e slogan... tutte cose per cui occorre testa e voglia di fare. Ho visto tanto lavoro di squadra, ho visto persone diventare amiche, perché il collettivo dell'Anco Marzio fa anche questo: aggrega. Siamo una grande famiglia. 
Comunque, tornando al corteo -altrimenti attacco il mostro sul collettivo e non finisco più- sono davvero soddisfatta del lavoro; e per questo voglio complimentarmi anche con il Collettivo Labriola e il Collettivo Enriques, che hanno contribuito a rendere il Corteo qualcosa di eccezionale. Soltanto che -anche per mea culpa- non è passato bene il messaggio che doveva passare, quindi riassumo brevemente ciò per cui si manifestava:
1. Problemi strutturali; -lido nord o polo nord?- 
2. Dire NO alla strumentalizzazione dei partiti; il fatto che i partiti non debbano entrare nelle scuole è un valore etico: noi studenti siamo liberi, non abbiamo bisogno di avere bandiere dentro scuola, anzi, non le vogliamo;
3. Rilanciare i valori costituzionali, quello della Legalità (il corteo era autorizzato, a differenza di qualche altro corteo) e dell'antifascismo; 
Abbiamo fatto aggregazione tra le varie scuole, abbiamo fatto sentire la nostra voce (regà, fomento, siamo finiti sul Messaggero!) e abbiamo portato fuori dalle scuole i nostri problemi interni, che non sono da sottovalutare. Molte persone hanno avuto da ridire sul fatto che nel corteo venisse ribadito il valore dell'antifascismo, dicendo che, in questo modo, la scuola si sarebbe schierata: non è così. Essere antifascisti non vuol dire essere di sinistra o essere "compagni" -anzi, i liberali che sono centro-destra sono antifascisti-. Essere antifascisti vuol dire riconoscere il valore della costituzione e riconoscere il sistema dittatoriale che ha messo in ginocchio l'Italia degli anni '20. Fare un corteo "antifà" non vuol dire mettere da parte certe istanze degli studenti, vuol dire ribadire determinati valori a cui ogni cittadino dovrebbe fare riferimento per essere "nel giusto". In qualità di rappresentante d'Istituto sono veramente dispiaciuta che questo messaggio non sia passato, ma più che altro mi è sembrato che molti studenti abbiano avuto paura della parola "antifascismo": noi non siamo anti, noi siamo CON la costituzione. Neanche a me piace il termine anti, perché vuol dire "escludere" qualcosa, e il messaggio che doveva passare non era di "esclusione" ma di "inclusione", non so se mi spiego. 
Siamo stati accusati di aver diviso gli studenti, di aver cercato uno scontro, mentre il nostro corteo era assolutamente pacifico e libero. Ma anche su questo ci sono state varie istanze: si è parlato di partiti che avrebbero partecipato al nostro Corteo; ovviamente non è stato così. Se avete visto persone che non erano studenti, il motivo è chiaro e semplice: la manifestazione è aperta e libera, e chiunque può partecipare senza portare bandiere, soltanto da libero cittadino; altrimenti che manifestazione APARTITITICA è? Inoltre, non è passata neanche la differenza tra "apolitico"  e "apartitico": la scuola è apartitica perché nessuno può permettersi di mettere una bandiera che sia Rossa, nera o Fuxia fluo all'interno di scuola, poiché quest'ultima forma il CITTADINO LIBERO di domani, e mettendo bandiere si impedisce la libertà di pensiero. Ma la scuola è politica, e lo vediamo dalle piccole cose, come ad esempio l'elezione dei rappresentanti di classe o d'istituto, lo vediamo dal Collettivo, perché la politica è in ogni cosa. Ed è giusto che ci sia, perché la politica è dialogo, confronto, aggregazione. Il termine “politica”, non a caso, deriva dalla parola greca “pòlis” cioè “città”, “governo”. Noi, come comunità scolastica, possiamo definirci una piccola pòlis: in questo caso, il termine politica, può essere inteso come “gestione”.
Tutto sommato mi sono divertita come una matta, e volevo ringraziare particolarmente Virginia Ranciaro, che è venuta al Corteo con il mal di gola e la febbre - Virgy, io ero con te!- senza neanche prendere medicine, infatti avevamo proposto il contrabbando illegale di Oki e Tapichirine (sì, lo so, si scrive "tachipirine", ma io le chiamo "tapichirine" perché "tachipirine" è troppo mainstream :D).

 

Giorgia Cirelli

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