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da: Poesie

Addio Dalila,
Il tuo fanciullesco profilo
Ha voltato le spalle a noi,
Pregni nel cor della tua fragranza.
Sola,
Ti sei confrontata in privato,
Intimo scontro
Con ciò che di te era il tuo male,
Che, pavido quale l'antico di troia seduttor di donne,
Dilaniava la tua incantevole
Vital veste;
E sempre sul volto non v'era traditrice memoria
Dell'animosa lotta 
Che anelava il tuo respiro,
Sempre la voce proferiva parole
Di musica soave,
Celando sí ammirevolmente
Il tormento di un'esistenza
Destinata ad esser patita,
E gli affamati occhi 
Risplendevano dell'impazienza
Che è di chi è infatuato di codesto mondo
E non ne sarà mai saziato,
Quasi non vi fosse stato un cancro
A bere l'iridescenza da quelle pupille ferventi.
Son certa che tu, purificata ninfa,
Abbia placato l'insistenti richieste
Della giustizia d'esser proclamata,
Ché il tuo animo eletto soltanto
Sapeva docilmente accettare 
La vacuità che circonda noi tutti.
So, in cor mio che la truce barbarie
Che Madre Natura ha perpetrato 
Contro il tuo sempreverde stelo,
Illanguidendolo poco a poco,
Prima che il tepore di primotempo potesse
Adornarlo di irripetibili petali,
E a noi si mostra come la più 
Atroce, aliena realtà,
Nel tuo oramai rinato spirito
Acquisisce sfumature d'indaco e smeraldo,
Ché nel tuo breve e periglioso cammino
Instillasti nei nostri animi
La mirabile gemma dell'acquiescenza


Roberta Margiotta 5C​

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