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22/11/2015

QUESTIONE: "CONTRIBUTO VOLONTARIO"

da News

E' dall'inizio di quest'anno scolastico che aleggia sulle aule del Liceo Anco Marzio la misteriosa questione del โ€œcontributo volontarioโ€.

Espressione alla maggior parte ignota fino a settembre duemilaquindici.

Prima di allora noi studenti, me medesima, portavamo a casa un modulo da far firmare a mamma o papร  e lo riconsegnavamo alla dirigente di classe.

Una firma e la questione era conclusa.

Ma (perchรฉ c'รจ un ma) si fa settembre, la professoressa entra in classe e blatera qualcosa di poco interessante riguardo soldi, soldi e soldi. Ed ecco che poi emerge d'improvviso una frase โ€œNon posso portarvi in gita se meno dei tre quarti della classe hanno pagato il contributo volontarioโ€.

Ora la questione riguarda tutti.

In realtร , gita o non gita, il contributo volontario ci ha sempre riguardati.

Da quando la porta si รจ rotta, da quando i bagni si sono guastati, da quando mancano gli strumenti in palestra.

Ora i bagni funzionano (relativamente), la porta รจ stata riparata e un'altra si รจ rotta, gli strumenti in palestra scarseggiano ancora adesso.

Quello che si รจ potuto aggiustare รจ stato aggiustato. Grazie a cosa?

Il contributo volontario che molti di noi hanno ignorato fino ad oggi serve anche a questo.

Tuttavia, come accade spesso, quando il termosifone si รจ rotto e miracolosamente una settimana dopo ha ripreso a funzionare, nessuno ci ha fatto caso.

Quando perรฒ la professoressa ha dichiarato di non poter organizzare uscite, sono iniziate le lamentele.

Perchรฉ sรฌ, รจ ingiusto che se io decido di non pagare alla scuola una quota facoltativa allora non mi รจ permesso partecipare a un viaggio d'istruzione.

Ma non รจ neppure giusto che il bagno guasto della scuola venga riparato con i soldi che io ho versato invece che con quelli che la Provincia รจ portata a dare.

Qui non si parla di giusto o ingiusto perchรฉ in una questione di questo genere il secondo prevale sul primo.

Come solito, purtroppo, si parla di soldi.

Un tempo, relativamente lontano, il contributo volontario veniva versato dalle famiglie come supporto destinato all'ampliamento dell'offerta formativa come progetti, acquisto del materiale, attivitร  extracurricolari.

Oggi diventa una sorta di caritร  che le famiglie decidono di concedere quando propense.

Questo perchรฉ non รจ solo il bagno del piano terra a non funzionare, ma anche la completa struttura gestionale scolastica.

Per dirlo chiaro e tondo: non ci sono soldi.

Destinati alla scuola, ancora di meno.

Il contributo volontario oramai non รจ piรน di supporto, ma di totale necessitร . Questi soldi, che giungono direttamente dalle tasche delle famiglie di noi studenti, servono a coprire le spese che, se diversamente, nessuno coprirebbe alla scuola.

Non si parla piรน di attivitร  extracurricolari, progetti o altro, si parla di muri che cadono a pezzi, bagni inaccessibili, riscaldamenti rotti, cavi elettrici scoperti. Si parla di tutto ciรฒ che noi non saremmo portati a pagare, si parla di ciรฒ che la Provincia dovrebbe retribuire.

Ma, ribadisco, non ci sono soldi.

Non ci sono soldi per le nostre decadenti scuole pubbliche. Non ce n'erano anni fa e non ce ne sono ancora adesso nonostante la promessa di ingenti finanziamenti da parte della โ€œBuona Scuolaโ€.

Da questa โ€œrivoluzionariaโ€ riforma nulla รจ cambiato. Fin tanto che i soldi dei nostri genitori continueranno a pagare ciรฒ che la Provincia dovrebbe pagare, tutto resterร  come era. Se la scuola non crolla prima.

Tutto questo รจ degenerato l'anno scorso, quando su tredicimila studenti solamente seicentosessantasei di questi hanno versato la quota del contributo volontario.

Questo non significa solo riscaldamenti rotti ma anche niente corso AIED per gli studenti del secondo anno, niente professoressa madrelingua inglese, niente attivitร  extracurricolari finanziate dalla scuola, scuola chiusa il pomeriggio e non disponibile nel territorio.

Ad accrescere questo giร  considerevole disagio รจ il modo in cui tutto ciรฒ รจ stato affrontato.

Si รจ deciso di sensibilizzare e lo si รจ fatto sotto forma di costrizione.

Adesso il contributo volontario oltre a coprire i soldi della Provincia รจ anche spergiuro del suo nome.

Non รจ piรน una quota facoltativa di supporto alla scuola, รจ il riscatto da pagare se, perdendo sia corsi extra che interscolastici, non si vuole rinunciare anche ai viaggi di istruzione.

โ€œNiente soldi, niente giteโ€, ora la chiamano sensibilizzazione.

E' questa maniera di risolvere la questione che dร  la perfetta conclusione a quello che ne รจ stato: una lunga serie di prevaricazione e ipocrisia.

Tuttavia, la questione non si conclude qui.

Il contributo volontario รจ sรฌ, macchiato ormai di immoralitร  ma รจ anche l'unica risorsa di sostentamento che rimane alla nostra scuola.

Se l'Anco Marzio รจ ancora in piedi gran parte del merito va ai cento euro che noi ogni anno gli versiamo.

Se oltre ad avere un ottimo liceo classico e delle scienze umane dove studiare abbiamo anche una scuola che ci offre corsi, progetti, attivitร  รจ perchรฉ ogni anno la nostra famiglia decide di garantirgli questi soldi.

La questione va oltre principi personali, scuola pubblica o non, va oltre la marginale protesta privata, oltre la piccola dimenticanza.

E' fondamentale necessitร  di sopravvivenza da parte di una grande scuola che crolla, ormai abbandonata a se stessa.

Il contributo volontario รจ allo stesso tempo un'amorale estorsione che va oltre i principi della scuola pubblica e un essenziale sostegno che permette la conservazione di uno strenuo liceo e di tutto quello che ha da offrire.

A voi la scelta.

 

Lea Paiella

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